Pt. 1 Tour nelle Chiese del centro storico genovese: Commenda di San Giovanni di Pré e Basilica di ss Annunziata del Vastato

Le tappe del nostro tour nelle Chiese del centro storico genovese partono dalla stazione di
Genova Piazza Principe, da lì ci sposteremo nella vicina Commenda di San Giovanni di Prè,
proseguendo fino alla monumentale Santissima Annunziata del Vastato, passando per la Basilica
di San Siro, la Basilica di Santa Maria delle Vigne, concludendo poi nella Chiesa dei Santi
Ambrogio ed Andrea.
Oggi muoveremo i primi passi nella Commenda di Pré e nella Basilica di SS Annunziata del
Vastato, raccomandiamo di tenere gli occhi aperti e il naso all’insù!

Commenda di San Giovanni di Pré

La Commenda di San Giovanni di Pré, eretta nel 1180, è composta dall’edificio dell’ospitale e
da una caratteristica sovrapposizione di due chiese in cui sono ancora visibili le ristrutturazioni
fatte nel corso del cinquecento e del novecento.
La prima architettura romanica è evidente nella muratura in pietra di Promontorio dei due piani
inferiori a cui ne è stata sovrapposta una in laterizio del tardo Trecento.
Nel cinquecento i cambiamenti voluti da Brasco Salvago, secondo una lapide muraria visibile sulla loggia, riguardarono l’antico porticato medioevale a due piani, sostituito da una loggia a tre piani.
Il piano terreno è rimasto essenziale: una fila di colonne in pietra sorreggono una duplice serie di volte a crociera realizzate presumibilmente nel XIV secolo.
Sulla parete ad est è visibile una grande apertura che metteva in comunicazione la sala
dell’ospitale con la chiesa inferiore per assicurare la partecipazione dei malati alle funzioni
religiose dai propri letti.
Sulle pareti nord e sud sono presenti delle nicchie dove gli ospiti potevano riporre i propri effetti personali; in alcune di esse la pietra inferiore risulta sagomata a vasca con foro, per far defluire l’acqua, segnalando così il loro utilizzo come lavabi per le abluzioni.
Nella chiesa inferiore si trova alla base del campanile un’epigrafe in caratteri gotici marmorea
con un ritratto di profilo del fondatore della chiesa Guglielmo e l’anno di costruzione.
Nei restauri degli anni ‘90 del secolo scorso sono stati recuperati degli affreschi medievali sulla
volta, sulle pareti dell’abside laterale destro e nel suo sottarco d’accesso: si trovano scene del
Giudizio finale databili al primo XIII secolo.
Il portale d’ingresso della chiesa superiore è sovrastato da una statua settecentesca della
Madonna Immacolata. La costruzione di tutto il complesso è attribuibile ai Magistri Antelami : qui è particolarmente evidente per la tecnica di lavorazione e la messa in opera delle murature, le sculture architettoniche e gli impianti planimetrici.


Opere da segnalare:

  • la Madonna con bambino e i Santi Giovanni battista e Brigida di Giulio Benso (1592-1668)
  • Sant’Ugo che fa scaturire l’acqua dalla rupe al cospetto di San Giovanni Battista di Lorenzo De Ferrari (1680-1744)
  • San Giovanni e i discepoli di Lazzaro Tavarone (1556-1641) ampliato con l’aggiunta di un gruppo di angeli da Lorenzo De Ferrari
  • La Madonna in trono con i Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista di Bernardo Castello (1557-1629)

Basilica di SS ANNUNZIATA DEL VASTATO:

La storia del territorio dove oggi sorge l’Annunziata risale al periodo che va dal 1215 al 1219, un momento in cui i Francescani vi si insediarono per la prima volta. L’area del Vastato/Guastato era un’ampia fascia di rispetto che circondava la cinta muraria del 1155, per garantirne la difendibilità.

Tuttavia, in quell’occasione, non gettarono fondamenta e non innalzarono muri, ma abbandonarono nel 1228 i provvisori edifici eretti e si trasferirono nella zona di Castelletto, dove fu costruita la monumentale chiesa di San Francesco.

La zona dell’Annunziata venne, invece, acquistata dagli Umiliati, che costruirono qui una piccola chiesa romanica ed un convento di dimensioni modeste: sarebbero rimasti in quell’area fino al 1520, quando i Francescani – avendo dovuto abbandonare temporaneamente il tempio di Castelletto – fecero edificare una nuova grande chiesa per il proprio santo eponimo.

Il nuovo edificio aveva una struttura gotica della quale si era in larga parte persa la memoria, pur essendo la struttura giunta quasi intatta fino a noi: nel Seicento, infatti, i pilastri polistili e la muratura in bicromia vennero rivestiti di marmi policromi e di stucchi dorati. Paradossalmente furono le bombe della Seconda Guerra Mondiale a riscoprire la struttura e gli studi di Carlo Ceschi a renderla nota nuovamente. Ancora oggi, nelle cappelle della navata destra è possibile scorgere -sotto il parato marmoreo – le antiche colonne a rocchi bianchi e neri.

La chiesa fu intitolata alla Madonna Annunciata nel 1537, con il trasferimento dei Francescani Osservanti: i nuovi occupanti ampliarono ulteriormente il complesso. Alla famiglia Lomellini si devono gran parte delle ristrutturazioni della Chiesa, in particolare a Lorenzo Lomellini e ai suoi nipoti Giacomo di Filippo, Giacomo di Nicolò, Gio Battista di Stefano, così come a suo fratello Gio Francesco: a loro quattro si deve il complesso monumentale dell’Annunziata come lo vediamo oggi.

Il restauro durò per tutta la prima metà del Seicento, oltre al rivestimento marmoreo già citato, comprese anche una ristrutturazione del perimetro della basilica, resa possibile dall’acquisto di stabili circostanti (quali l’osteria di Santa Marta, il fienile dei Balbi, l’oratorio di San Tommaso) che non erano mai stati giudicati cedibili ai frati, ma divennero facilmente acquisibili dal fiume di ricchezza messo sul piatto dai Lomellini di Tabarca.

Le bombe cadute tra il 1943 e il 1944 mandarono in frantumi i marmi, sfondarono le cappelle della navata destra e sinistra, il coro, il convento. Dieci anni dopo la guerra si cercò di sistemare i danni: si ricomposero i marmi infranti e si ritoccarono gli affreschi. Si ricorse anche alla sapienza di un artista contemporaneo, in costante dialogo con l’antico: il professore di disegno all’Accademia Ligustica di Belle Arti Raimondo Sirotti, che integrò i grandi affreschi prospettici del Benso, scempiati dalle bombe.

I danni, infatti, erano stati particolarmente significativi ed evidenti in quella che possiamo considerare come la più ricca galleria pubblica d’arte barocca a soggetto sacro di Genova.

L’Annunziata conserva ancora oggi le opere di 23 pittori genovesi, uno del Cinquecento, venti del Seicento e due dell’Ottocento, a cui vanno aggiungi altri 6 foresti.

Risulta dunque difficile selezionare solo alcune delle opere presenti nella Chiesa, ma tra esse sono davvero imperdibili le seguenti:

  • Entrata di Gesù in Gerusalemme, Giovanni Carlone (affresco, navata centrale) c. 1628)
  • Assunzione della Vergine, Andrea Ansaldo (affresco, cupola) 1635
  • Annunciazione, Giulio Benso (affresco, volta del presbiterio) 1640
  • Ultima Cena, Giulio Cesare Procaccini (olio su tela, controfacciata), 1618
  • San Pasquale Baylon in estasi davanti all’Eucarestia, Anton Maria Maragliano (legno scolpito e dipinto, altare del transetto sinistro) 1710-1713
  • Allegoria della Carità, Jacopo Antonio Ponzanelli (marmo statuario, cappella Assereto dedicata a San Diego), c. 1690.

[1] Curiosità: i Magistri Antelami erano costruttori monopolisti dell’attività edilizia nella Genova medioevale, giungono in città nel XI secolo dalla valle d’Intelvi

(tra il lago di Como e di Lugano). A loro sono attribuite sia l’edilizia abitativa, sia i più importanti monumenti religiosi e civili (Santa Maria del Castello e le porte della città)

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