Storia di una bandiera: San Giorgio, Genova e gli inglesi

La bandiera di Genova, nota come la Banderia de Zena in dialetto genovese, è uno dei simboli più antichi e distintivi della città. Ha una storia secolare, che coinvolge santi, draghi e una delle flotte più potenti che abbiano mai solcato i mari della Terra. Ma andiamo per ordine.

La croce di San Giorgio

La bandiera de La Superba, come venne soprannominata Genova dal Petrarca, corrisponde alla cosiddetta “Croce di San Giorgio”, simbolo cristiano che rappresenta il santo patrono della città, conosciuto per la leggenda della battaglia con il drago. San Giorgio, infatti, fu il giovane soldato cristiano romano che nel III secolo d.C. sconfisse il mostro a cui la popolazione era costretta, ogni mese, a sacrificare una giovane o una vergine per placare la sua fame.

Il periodo di terrore in cui visse la città di Silene finì quando apparve il santo, in groppa al suo cavallo, impugnando una lancia con la quale trafisse e uccise il temibile drago. La leggenda di San Giorgio e il drago è spesso interpretata come un simbolo della lotta tra il bene e il male, con San Giorgio che rappresenta la fede cristiana e il drago che simboleggia le forze del male e del paganesimo.

La bandiera di Genova

Croce rossa su sfondo bianco, conosciuta anche come “Stendardo di San Giorgio”, la bandiera di Genova risale almeno al XII secolo, ed è associata alla Repubblica di Genova, una delle città-stato marittime italiane che ebbero un notevole influsso nel Mediterraneo durante il Medioevo e il Rinascimento. Oltre alla storia di San Giorgio e il drago, il simbolo fa riferimento anche a un’altra leggenda fortemente evocativa, risalente al 320 d.C: Costantino Imperatore Romano, prima della battaglia di Ponte Milvio, vide in sogno l’apparire in cielo della Croce con la scritta “con questo segno vincerai!”. E così fu.

La bandiera, quindi, rappresenta un forte rimando alla cristianità, oltre che alle famose “crociate”: durante questo periodo, infatti, molte città e stati europei inviarono truppe e forniture per sostenere gli sforzi cristiani per riprendere la Terra Santa dalla dominazione musulmana. Genova, come altre città-stato marittime italiane, svolse un ruolo significativo in questo contesto, principalmente attraverso le sue flotte e il suo coinvolgimento nel commercio marittimo.

Genova e gli inglesi

Sono tanti i miti, e anche le “fake news”, che girato attorno alla relazione tra i genovesi e gli inglesi, e alla storia di una bandiera comune. La versione più accreditata vuole che Riccardo Cuor di Leone chiese alla Repubblica genovese di poter utilizzare il vessillo di San Giorgio a patto che avvenisse “un tributo annuale”. Questo perché, secondo la leggenda, nel 1190 il re chiese ai genovesi navi, marinai, ammiragli e scorte per trasportare il suo esercito a Gerusalemme.

Durante la traversata si accorse che musulmani, spagnoli, francesi e catalani se ne stavano ben alla larga. Incuriosito chiese il motivo al comandante della spedizione, che gli raccontò di quanto fosse diffusa nei mari la credenza circa la quale chiunque osasse attaccar battaglia contro un legno difeso da tale insegna, sarebbe incorso in morte certa.

In realtà di vero in questa storia c’è ben poco, se non che il simbolo (non necessariamente di colore rosso e bianco) fu adottato da molte delle realtà politiche che hanno partecipato alle crociate, tra cui appunto Genova, ma anche l’Inghilterra, dal momento che Riccardo Cuor di Leone fu tra i mandanti cristiani della terza crociata.

Una storia caratterizzata da santi, draghi, battaglie navali, sogni e leggende, è legata dunque alla bandiera di Genova, città che assieme al suo simbolo conserva una storia millenaria: i segreti e le meraviglie che risiedono tra il suo mare e la sua terra affondano le radici in un passato glorioso, che merita spazio e prestigio anche in questo nostro caotico presente.

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