Genova casa del cantautorato italiano: i luoghi che hanno influenzato i grandi artisti del passato

La città della Lanterna, con la sua storia marittima, i suoi vicoli pittoreschi e la sua anima malinconica, è la casa di numerosi cantautori che hanno saputo catturare l’anima di Genova in melodie e testi.

Da Fabrizio De André a Luigi Tenco, da Bruno Lauzi a Gino Paoli, i talenti genovesi hanno reso la città un luogo intriso di poesia e di note struggenti. Le strade di Genova sono diventate palcoscenici naturali per racconti musicali che abbracciano storie di vita quotidiana, amori perduti, avventure dei marinai e la malinconia dei caruggi.

In questo articolo, ci addentreremo nel cuore del cantautorato genovese, svelando i luoghi che hanno ispirato i grandi artisti della città e le atmosfere uniche che hanno plasmato il suono di Genova.

La tradizione del Cantautorato Genovese

Il cantautorato genovese è una tradizione musicale unica che affonda le radici nel folclore e nelle storie della città. Essa si distingue per i testi profondi che narrano storie di emigrazione, vita marinara e struggimenti amorosi.

Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi e Fabrizio De André, con le loro canzoni, le loro poesie ed armonie hanno dato vita ad un autentico ed apprezzato movimento culturale e artistico che alza il sipario su una delle più belle capitali del Mediterraneo, mostrandone gli angoli più significativi e gli scorci pittoreschi. Questo movimento ha rappresentato una profonda innovazione per l’uso di un linguaggio più realista e autentico, adatto ad affrontare anche nuovi argomenti di carattere politico e sociale, e per un diverso approccio alle tematiche individuali e sentimentali.

Via del Campo, il cuore del Cantautorato

Via del Campo è la via più “musicale” di Genova. In origine era davvero un campo, una terra di orti all’estremità occidentale del borgo. La via è stata resa nota dalla canzone omonima di Fabrizio De André e dal brano La Casa In Via Del Campo di Amália Rodrigues.

Il Via del Campo 29 rosso, soprannominato la “Casa dei cantautori genovesi“, era un negozio di dischi e strumenti musicali di Gianni Tassio. Nel periodo tra gli anni ’60 e ’70 era un luogo d’incontro e di cultura per appassionati di musica e artisti. Dopo la scomparsa di Gianni Tassio nel 2004, il negozio è stato tenuto aperto e gestito dalla vedova Daniela fino al 2010. A seguito della sua chiusura, il Comune di Genova ha trasformato il negozio nell’attuale museo, che ripercorre la storia delle opere di Faber e contiene una sezione dedicata a tutti gli artisti della scuola genovese della canzone d’autore.

La musicalità del Mare

Molti cantautori genovesi hanno saputo cogliere la malinconia e la quiete del mare, conferendo alla città un’aurea romantica e poetica. Ad esempio, il mare è protagonista nella “Ballata del marinaio” di Luigi Tenco. In questa ballata pacifista, dal carattere intimista e sociologico, l’autore è contro la guerra poiché non comprende come un uomo possa arrivare ad uccidere un proprio simile e soprattutto il perché. Arriva ad affermare che la guerra è una questione individuale e nasce dall’ignoranza.

Non si può non citare le storie di emarginati, prostitute, ribelli della Superba di Fabrizio De André. Tra i lavori del suo straordinario repertorio dedicato al capoluogo “Creuza de ma”, brano che affronta i temi del viaggio e del mare, la passione e la sofferenza, Genova ed il suo essere cultura del Mediterraneo, capitale dei commerci e della cultura marinara. In “Creuza de ma” il cantautore ricorre al dialetto, aggiungendovi contributi audio registrati in ambienti marinareschi e portuali, tra cui le voci dei venditori di pesce del mercato ittico cittadino.

I misteri dei Quartieri della Superba

Il cantautorato genovese e i luoghi della città che hanno influenzato gli artisti sono un tesoro da scoprire. Lasciando alle spalle il centro storico, ci si può immergere nel quartiere Foce. Tutti gli artisti nati o trasferitisi nell’infanzia a Genova erano soliti ritrovarsi in questo quartiere, in particolare nel bar latteria “Igea, in via Casaregis all’angolo con via Cecchi, che ispirò a Gino Paoli la canzone “Quattro amici al bar” del 1991. I Quattro amici al bar erano Paoli, Fabrizio, Tenco, e il paroliere Riccardo Mannerin.

Il suggestivo borgo di Boccadasse, con le sue casette colorate affacciate sul mare, è stato fonte di ispirazione per le melodie malinconiche e le parole poetiche più conosciute. Salita Santa Chiara è stato, inoltre, il luogo che ha ospitato a lungo Gino Paoli e la sua poetica. Affacciandosi sui tetti del quartiere, l’artista ha trovato l’ispirazione per scrivere la sua bellissima canzone “La gatta”.

In Via Aurora, alla fine di Corso Italia, luogo di ritrovo dei cantautori genovesi, è stata recentemente inaugurata una targa dedicata a Luigi Tenco. Per ricordare e omaggiare i grandi nomi della musica italiana, è stata aperta la Casa dei Cantautori nella sede dell’Abbazia di San Giuliano. Il percorso è in parte multimediale, basato sulla realtà aumentata e in continua evoluzione, e in parte sull’esposizione di oggetti preziosissimi donati dagli artisti o dalle famiglie che li rappresentano.

Infine, va menzionato il quartiere di Sant’Ilario, situato sulle colline di Nervi, luogo in cui è stata ambientata la canzone più celebre di Faber: “Bocca di Rosa. Nel quartiere si può vedere ancora la vecchia stazione, ormai in disuso, e la scultura che omaggia la canzone.

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