P2 – Tour nelle Chiese del centro storico genovese: Chiesa di San Siro e Chiesa di Santa Maria delle Vigne

Le tappe del nostro tour nelle Chiese del centro storico genovese partono dalla stazione di
Genova Piazza Principe, da lì ci sposteremo nella vicina Commenda di San Giovanni di Prè, ( leggi la prima parte del nostro Tour ) proseguendo fino alla monumentale Santissima Annunziata del Vastato, passando per la Basilica di San Siro e la Basilica di Santa Maria delle Vigne, concludendo poi nella Chiesa dei Santi
Ambrogio ed Andrea.
Dopo aver visitato la Commenda di Pré e la Basilica di SS Annunziata del Vastato, arriviamo nei
pressi della sorprendente Chiesa di San Siro, per poi proseguire verso la Chiesa di Santa Maria
delle Vigne. Seguiteci!

Church of San Siro

Passando per Via Pré si arriva nella Chiesa di San Siro, il cui destino venne condizionato nel IX-X secolo dal crescente pericolo delle incursioni saracene: si trovava infatti nel borgo altomedievale escluso dalla cerchia muraria della città, a differenza di San Lorenzo.

La posizione, parzialmente, periferica costò a San Siro la perdita della cattedralità.

Nel 1006 il Vescovo Giovanni assegnò la chiesa ai Benedettini, che la ricostruirono in forma romaniche a tre navate con pilastri divisori, cupola ed atri, presumibilmente con l’attuale orientamento. Nel 1575 San Siro venne riassegnata all’ordine dei Teatini: da questo momento in poi le vicende della chiesa saranno raccolte negli Annali di padre Andrea Sottani fino al 1651 e da padre Innocenzo Savonarola fino al 1741.

Padre Sottani riporta un crollo nel 1580 di un’intera ala della chiesa: i teatini decisero dunque di ricostruire completamente il complesso architettonico aggiungendo alla chiesa e alla sacrestia un chiostro, un convento e dei giardini, successivamente mutilati dall’apertura della Via Nuovissima (oggi Cairoli).

Nel 1610 venne celebrata la prima messa solenne e nel 1613 le strutture murarie sarebbero state completate, fatta ad eccezione della cupola conclusa nel 1619; la pianta disegnata da Rubens nel 1622 è ancora piuttosto sovrapponibile a quella odierna.

L’ordine dei teatini chiese inutilmente al Senato il finanziamento per la  ricostruzione della chiesa come ringraziamento a Dio per la fine della pestilenza del 1579/80, ma la sfarzosità di San Siro è dovuta ai committenti delle facoltose famiglie genovesi, tra cui Lomellini, Serra, Invrea, Spinola etc.

La chiesa sarà presidiata dai teatini fino al 1798, anno della soppressione napoleonica degli ordini monastici, da allora parrocchia secolare.

A seguito del rovinoso crollo del veneziano Campanile di San Marco, nel 1904 nella chiesa di San Siro venne frettolosamente demolito il campanile romanico che presentava vistose crepe.

Durante la seconda guerra mondiale la chiesa subì gravi danni, tra cui la distruzione di due cappelle della navata sinistra e l’altare di Nostra Signora della Provvidenza.

Nel corso del 2023 la fondazione Friends of Genoa, insieme alla Fondazione Compagnia di S. Paolo, ha provveduto al restauro dell’Ultima Cena di Orazio De Ferrari : uno dei maggiori esempi di barocco genovese. Il quadro, di dimensioni importanti (467×790 cm), si trova nella sacrestia alle spalle dell’altare.

Altre opere da segnalare:

  • Natività del Pomarancio
  • La Morte di Sant’Andrea Avellino di Domenico Fiasella
  • Annunciazione di Orazio Gentileschi
  • Gloria di Andrea Avellino di Gregorio de Ferrari
  • La navata centrale ad opera di Giovanni Battista Carlone
  • Altare di Pierre Puget

Chiesa di Santa Maria delle Vigne


Passeggiando per il Centro Storico arriviamo davanti alla Chiesa di Santa Maria delle Vigne.

Nonostante la tradizione popolare ne collochi la costruzione nel VI secolo, non abbiamo documentazione che lo dimostri: nel 952 infatti, la zona risulta ancora occupata dalle “Vigne del Re”.

Seppur con qualche discordanza degli storici genovesi, Jacopo da Varagine colloca all’anno 991 la data di costruzione, edificata da Oberto Visconte, figlio di Idone, e da Guido di Carmandino.

Tuttavia il Registrum Curiae, nomina per la prima volta la chiesa nel 1083.

Un’indagine svolta da Ceschi ha permesso la ricostruzione grafica dell’aspetto originario della chiesa: la chiesa delle Vigne si presentava come una basilica a tre navate con tetto a capriate scoperte, transetto poco sporgente con tiburio ottagonale e tre absidi semicircolari. La navata centrale era separata da quelle laterali mediante una serie di otto colonne per lato, al di sopra delle quali correva un finto matroneo composto da una fila di trifore affiancate di cui, fra l’attuale

tetto delle navate laterali e le volte sottostanti, Ceschi ritrovò la serie completa degli archi superiori che si trovavano immediatamente sotto l’imposta del tetto originario.

Sulle fasi di costruzione dell’edificio romanico è difficile risalire a dati sufficientemente attendibili, tuttavia è certo che già nel XIII secolo la chiesa subì dei rimaneggiamenti: a questo periodo è ricondotto il tetto a capriate che tuttora si conserva sopra la volta seicentesca della navata centrale.

Del complesso romanico ad oggi rimane visibile solo il campanile che si innalza tra i muri perimetrali della chiesa e del chiostro.

Nonostante l’alterazione della struttura originaria, il chiostro ha mantenuto colonne e capitelli di forma tozza, ragione per cui gli studiosi lo hanno considerato contemporaneo per affinità stilistiche alla chiesa di San Siro di Struppa, datandolo intorno al 1025.

Il complesso romanico non venne alterato fino alla fine del XVI secolo, si decise di ampliare la zona absidale della chiesa prolungandola sull’area del cimitero retrostante. Secondo Alizeri, i lavori di ampliamento dell’abside furono finanziati da Agapito Grillo e realizzati dall’architetto Gaspare della Corte a partire dal 1588.

Insieme all’abside centrale vennero prolungati anche i laterali, ricavando due cappelle, edificate a spese della famiglia Negrone (a sinistra) e dei Massari (destra).

L’attuale facciata di tipo tardo neoclassico venne progettata nel 1842 da Ippolito Cremona, concludendo la totale trasformazione delle murature romaniche, già rimaneggiate nel seicento. Dell’edificio originario è rimasta immutata la pianta di tipo basilicale e i muri perimetrali romanici nonostante siano state aggiunte le due cappelle laterali: l’intervento dell’architetto lombardo Giovanni Battista Casella, infatti, ha modificato le strutture interne trasformando il senso della spazialità romanica. Tramite ulteriori restauri, il tetto a spioventi fu eliminato mentre i muri vennero sopraelevati.

In questa profonda trasformazione delle strutture, Casella, tenne conto del modello fornito dalla vicina chiesa di San Siro, ricostruita solo una cinquantina d’anni prima per il crollo di un’ala interna.

Worth noting:

  • La Madonna trecentesca attribuita a Taddeo Bartolo
  • l’Immacolata di Domenico Piola
  • Gloria di Maria di Lazzaro Tavarone, 1612
  • Madonna con il Bambino, Tomaso Orsolino, 1616
  • San Michele abbatte il Demonio, Gregorio De Ferrari, 1680
Arrow pointing left
Arrow Pointing Right
Previous
Next
rosso