Il corsaro genovese che sfidò l’impero britannico
Genova ha dato i natali a numerosi personaggi illustri, ma pochi hanno vissuto un’esistenza tanto avventurosa quanto Giuseppe Bavastro. Corsaro, comandante temerario e figura chiave nelle guerre napoleoniche, Bavastro si distinse per il suo coraggio e la sua abilità nelle acque del Mediterraneo. La sua vita rappresenta un capitolo affascinante della marineria genovese.
Le origini di un corsaro
Nato a Genova il 10 maggio 1760, Giuseppe Bavastro trascorse l’infanzia a Nizza, dove la sua famiglia si era trasferita. Fin da giovane dimostrò una predisposizione per la vita marinaresca, abbandonando gli studi per dedicarsi al commercio e alla navigazione nel Mediterraneo occidentale. Questo periodo iniziale gli fornì una solida esperienza nella conduzione delle navi e nelle rotte mercantili, competenze che sarebbero state fondamentali nella sua futura carriera corsara.
L’Assedio di Genova del 1800: L’Inizio della Leggenda
Lo scoppio delle guerre rivoluzionarie francesi lo trovò pronto ad agire: durante il durissimo assedio di Genova nel 1800, Bavastro si distinse per il suo coraggio al fianco del generale Andrea Masséna. La città era sotto attacco da parte degli austriaci e bloccata dalla flotta britannica, e i rifornimenti via mare erano praticamente impossibili. Fu proprio Bavastro, con le sue abilità di navigazione e la sua conoscenza delle acque liguri, a riuscire a rompere più volte il blocco navale, portando aiuti e provviste fondamentali ai difensori della città.
Il coraggio e l’audacia di Bavastro durante l’assedio lo resero una figura leggendaria tra i marinai e un eroe tra i genovesi, che vedevano in lui la speranza di resistere all’assedio.
La carriera di corsaro e il servizio per Napoleone
Dopo l’assedio, Bavastro iniziò la sua attività di corsaro al servizio della Francia napoleonica, ottenendo numerosi successi contro le navi britanniche e austriache. Il suo talento e la sua spregiudicatezza in mare gli valsero la nomina a capitano di fregata ausiliario da parte di Napoleone Bonaparte.
Durante questo periodo, Bavastro condusse diverse operazioni audaci, tra cui: nel1803, al comando dello sciabecco Intrepido, l’attacco ad un convoglio mercantile tra Tarifa e Tangeri, catturando diverse navi nemiche, nel 1805 con una nuova nave la sconfitta di una flottiglia di pirati nordafricani al largo di Gibilterra, ed altri numerosi danni alla marina britannica, riuscendo più volte a sfuggire agli assalti delle fregate inglesi.
La sua capacità di muoversi tra gli avversari e attaccare senza essere catturato gli valse il soprannome di “flagello del Mediterraneo” tra i comandanti britannici.
Il Tramonto e la Fine della sua Vita
Nonostante i numerosi successi, Bavastro affrontò momenti difficili: nel 1807, al comando della polacca “Principe Eugenio”, fu sorpreso da una fregata inglese e costretto a fuggire a nuoto per salvarsi. Non abbandonò mai completamente la vita di corsaro e marinaio, continuando a navigare per molti anni, il suo ultimo approdo fu Algeri, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte, avvenuta il 10 marzo 1833.
Giuseppe Bavastro è una di quelle figure storiche genovesi che meritano di essere riscoperte. Sebbene il suo nome non sia così noto come quello di altri grandi navigatori italiani, il suo contributo alla resistenza di Genova e alla guerra marittima napoleonica fu straordinario, la sua vita fatta di assedi, battaglie e coraggio ha lasciato un segno nella storia della marineria, e ancora oggi il suo esempio può ispirare chi ama le storie di mare e avventura.