Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea, Genova

Siamo arrivati alla conclusione del nostro tour delle chiese genovesi, a due passi da Piazza De Ferrari e Palazzo Ducale, ci troviamo nella maestosa Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea.

Il primo agosto 1589 viene posata la prima pietra per la realizzazione della chiesa dei padri gesuiti: solo dopo tre anni, nel 1592, viene celebrata la prima messa dall’arcivescovo della città Alessandro Centurione.

Che i lavori non si fermarono ce lo conferma un documento del 1596 firmato da padre Marcello Pallavicino, in cui fornisce minuziose clausole per ingenti donazioni di denaro, come la presenza della tomba e degli stemmi di famiglia all’interno della Chiesa.

L’insediamento dei Gesuiti nel tessuto sociale della città non fu affatto semplice: giunti a Genova nel 1553, inizialmente vennero visti dalla chiesa locale e dal popolo con diffidenza, ma come dimostrano le donazioni concesse delle famiglie genovesi, riuscirono a conquistare maggiore fiducia principalmente grazie al Collegio della Compagnia.

La costruzione della Chiesa andò a rilento, solo nel 1603 venne ultimato il tetto, mentre per il completamento definitivo si dovrà aspettare il 1891: il progetto si attribuisce a Giuseppe Valeriano (1542-1596). L’architettura è il risultato di una pianta a croce greca a cui sono state aggiunte due campanate con cupolette e l’allungamento della zona del presbiterio, trasformata in croce latina, la costruzione del campanile- dalle forme neobarocche- risale al XX secolo.

La chiesa, nonostante tutte le vicissitudini ed i bombardamenti del 1686 che fecero crollare alcune cappelle, ancora oggi è un luogo d’arte di spicco a Genova: gli affreschi in controfacciata e sulle volte della navata centrale furono realizzati da Giovanni e Giovanni Battista Carlone, mentre la successiva ornamentazione delle sei cupolette laterali venne eseguita da Lorenzo De Ferrari, Antonio Giolgi e Giuseppe Galeotti.

OPERE PRINCIPALI:

Le famiglie genovesi arricchirono le cappelle con importanti committenze: l’arcivescovo Stefano Durazzo fece arrivare da Roma una tela di Guido Reni dedicata all’Assunzione della Vergine, i Raggi chiesero a Simon Vouet una pala d’altare con la Crocefissione (nella cappella del crocefisso), mentre i Pallavicino commissionarono a Rubens due tele in momenti differenti, prima nel 1604 la Circoncisione (nel Presbiterio), successivamente nel 1620 i Miracoli del Beato Ignazio di Loyola(cappella di Sant’Ignazio di Loyola).

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